
C’era una volta un principe prossimo a diventare Re. Per dimostrare il suo coraggio dovette passare la notte nella foresta da solo. Nel fuoco del bivacco, nel bel mezzo di una strana visione, ecco che gli appare il santo Graal, simbolo della grazia Divina. Una voce disse al giovane principe: “tu custodirai il santo Graal onde possa guarire il cuore degli uomini!” Il ragazzo, preso da stupore, estasi e pensando già ad una vita agiata e di potere, allungò la mano per afferrare il Graal … ma esso svanì, lasciandogli la mano tremendamente ustionata dal fuoco! Mentre il Re cresceva, la sua ferita si faceva sempre più profonda e grave, finché la sua vita … non ebbe più scopo! Non credeva più in nessuno, nemmeno in se stesso. Non era capace d’amare né di sentirsi amato e … forse … era ammalato di troppa esperienza. Così cominciò a morire dentro; finché un giorno, un giullare entrò nel castello e trovò il Re da solo, ed essendo un semplice di spirito egli non vide “il Re”, ma vide soltanto un uomo solo e sofferente e disse al Re: “… che ti addolora amico?” Ed il Re gli rispose: “Ho sete e vorrei dell’acqua per rinfrescarmi la gola” … allora il giullare prese una tazza che era accanto al letto e la riempì d’acqua e la porse al Re, ed il Re cominciando a bere, si rese conto che la piaga si era rimarginata e guardandosi tra le mani vide che aveva il santo Graal; … ciò che aveva cercato per tutta la vita!!! Rivolgendosi al giullare chiese stupito: “Come hai potuto tu trovare ciò che i miei valorosi cavalieri non hanno mai trovato?” Il giullare rispose: “Non lo so’, io sapevo solo che avevi sete!”
Dal film: “La leggenda del re pescatore”.
Non so se per voi sia lo stesso, ma per me è una storia toccante e ricca di significato.
A mio modestissimo parere, il Barista è il MESTIERE più bello che esista. Ho sottolineato “mestiere” perché oggi fare il barista non è altro che un ripiego per neolaureati, studenti e sfaccendati in cerca di qualcosa di semplice.
Essere un “vero” barista è una attività che ormai oggi, quasi non esiste più. Non c’è più scuola né passione, l’educazione ed il rispetto per il cliente sono latitanti in cerca d’asilo politico e l’arte di essere portati al dialogo è pura utopia.
Io vengo dalla vecchia scuola, vecchio stampo e vecchie maniere … che però, guarda caso fanno sbiancare tal giovanotti abbronzatissimi e di, ZERO spaccato esperienza, (concedetemi questo modo di dire) e tal giovinette tutte poppe, sorrisi stupidi e minigonne!
Essere Baristi (la B grande è in onore di questo stupendo mestiere) è un po’ come un’attività sociale. Da Sam passano contadini, camionisti, dottori, commesse, ricercatrici, laureati, avvocati, giudici, direttori, lavapiatti, garzoni, giardinieri, muratori, legali, commercialisti, rivenditori, psicologi, esperti, manager, presidenti, politici, lavandaie e scansafatiche che alle 6 del mattino ordinano uno “Stravecchio”!
Tutto ciò non è assolutamente facile!
Ti ritrovi, nel tempo tra un caffè ed un altro, a dover disquisire di astrofisica, ingegneria o come togliere la puzza di fritto dagli abiti dei camerieri; da interventi a cuore aperto al miglior filo per il decespugliatore, dalla politica estera e Nazionale al sindaco del paese che se la fa’ con la portinaia del municipio, dalla canna da pesca in carbonio alle esche di ultima generazione … insomma, è un lavoro complesso, fantastico, dove è impossibile (per chi vive) esserne annoiato!
Questo mestiere ci da la possibilità di osservare con attenzione le persone, o meglio, ciò che le persone sono quando non interpretano un ruolo.
Così, l’avvocato diventa “Antonio”, il muratore diventa “paisa’”, il medico diventa “Dottò!” e per pochi minuti le persone smettono di recitare le loro parti.
Ma … non le donne!
Le donne, soprattutto se assaporano il gusto del titolo, se lo stringono gelosamente a sé con avida brama. Guai a chiamarle Signore! Sono DOTTORESSE, AVVOCATI, GIUDICE, MEDICO, ONOREVOLE etc. etc. etc.
Il mio lavoro mette a luce le personalità di tutti, come una radiografia, come una TAC, nulla mi sfugge e quel che vedo è A.S.S.U.R.D.O.!
La donna di oggi, lanciata alla conquista del pianeta e forte delle sue grida, non smette MAI di recitare, non la pianta MAI d’esser ciò che non è (cioè un uomo), non rinuncia MAI ad apparire … nemmeno quando beve un caffè!
Con il giudice puoi parlare di TUTTO, ma con l’assistente del giudice si parla solo con il cellulare, l’I-phone, l’e-mail etc., altrimenti sei “out”.
Scendete dal piedistallo belle bamboline inespressive e stupide da far soldi al circo, siete solo la peggiore brutta copia del peggior maschio esistente … pensa tu???!!!
Le vedi lì che ti entrano nel BAR ostentando classe, parlando al cellulare e con gesti incomprensibili perfino agli audiolesi, ti “ordinano” (non chiedono), un caffè al ginseng! Oppure un caffè senza caffeina, con macchia a vista, crema al cuore, densità sopraffina e sopra una spruzzata di polvere di mirtillo che “mi fa tanto bene alle vene varicose!!!” Lo vogliono in vetro, … è più figo! E poi ci chiedono il “cappuccino senza schiuma”!!! L’hanno inventato le donne, ‘ste maledette! Perché la schiuma del latte le si deposita sui micro baffetti ed evidenzia la loro dubbia femminilità!
Belle sceme! Si chiama “Latte caldo con caffè espresso!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” Non cappuccino senza schiuma! E’ come ordinare il ragù senza carne oppure la trota senza pesce, o l’insalata senza verdure!
Quanto siete ridicole care donne in carriera, madonna quanto fate ridere! Neppure potete supporlo!
Le donne si sono create perfino il drink “rosa”, poco alcolico, assolutamente dolce e molto annacquato!
NON REGGETE L’ALCOOL, non c’è nulla di cui vergognarsi … ma voi ci tenete troppo ad apparire forti quanto un maschio. Peccato che poi stampate gli stinchi sulle sedie e capitolate come balenotteri inermi se vi bevete un Martini e non un Martini Rose’!
Mi è capitato molto spesso servire donne che solo a guardarle si capiva che erano affermate, dirigenti, dottoresse o altro che in risposta ad un mio: “prego Signora” puntualizzano: “Dottoressa prego!”
Per contro, in più di venti anni di onorata carriera non ho MAI sentito un commento del genere da un uomo!
Anzi, con loro c’è stata simpatia, addirittura amicizia, si andava a giocare a tennis o a far pesca subacquea, a cena fuori o per una birra al pub, insomma … una differenza spaventosa e molto significativa.
Nella pausa per un caffè, un panino o la classica birretta prima di rincasare (ben coscienti di CHI li aspetta), un uomo si spoglia del suo ruolo istituzionale, si rilassa, si concede alla gente, al popolo, alla “servitù”, alla manovalanza etc., una donna invece risulta impenetrabile, una statua di marmo, inespressiva e concentratissima nel affermare a tutti di essere quel che è. Non ci si dialoga, è sulle sue e da’ l’impressione che non si voglia abbassare a interagire con te.
Orson Welles disse: “Tre sono le cose insopportabili: il caffè bollente, lo champagne tiepido e le donne fredde.”
Io ne aggiungo una: le donne in carriera!
Le donne moderne si blindano dietro a maschere di personalità, recitano un ruolo, si immedesimano in riferimenti di potere femminile tanto sbandierato e promosso di questi tempi. Ma noi “semplici di spirito”, noi “giullari di corte”, noi vi vediamo davvero per quel che siete e a volte con un semplice gesto vi porgiamo una piccola fetta d’umanità che tanto avete cercato ma mai l’avete raggiunta … e magari era proprio accanto a voi!